giovedì 23 maggio 2013

GIRO DI PROSTITUZIONE SGOMINATO DAI CARABINIERI



BANDA DI RUMENI GESTIVANO UN TRAFFICO DI PROSTITUTE INTERNAZIONALE-ARRESTATI IN DUE RICERCATO DAL INTERPOL UN TERZO UOMO


RIVA DEL GARDA
Con il miraggio  di venire a lavorare in ITALIA con un nomale impiego , finivano a fare le prostitute , convinte con le buone o con le cattive, quasi sempre con le cattive , si prostituivano in appartamenti del nord Italia in città come Riva del Garda , Verona , Milano , Roma , Zurigo etc . I Carabinieri di Riva del Garda , nei giorni scorsi , hanno sgominato una giovane Banda di uomini Rumeni , che facevano prostituire decine di ragazze ogni mese , sostituendole le donne appena questi iniziavano a calare i versamenti di soldi tramite i transfer Money ogni giorno I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Riva del Garda hanno concluso l’Operazione “78”, grazie alla quale hanno stroncato un traffico internazionale di ragazze rumene che venivano obbligate a prostituirsi in una abitazione di Via Pernici a Riva del Garda e, a rotazione, in altre città italiane, quali Verona, Conegliano Veneto, Desenzano, Bologna, Palermo e Catania e pure in club privati in Svizzera, in Belgio, in Germania e ad Innsbruck .


 Tre uomini, IFRIM Ionut (detto Boschet), NICOLAE Georgian (detto Sarpe) e B.D. (allo stato latitante ricercato), tutti di età compresa tra venti e trent’anni, gestivano un traffico di giovani e avvenenti ragazze rumene sfruttandole, minacciandole pesantemente, usando contro le stesse una inusitata violenza fisica oltre che verbale, al solo fine di trarre massimi vantaggi dall’attività di prostituzione . Il reclutamento avveniva a Braila (Romania) presso il Casinò “Million”. Un quarto uomo della medesima nazionalità è stato denunciato a piede libero per gli stessi reati: S.I.I. le iniziali. Quest’ultimo gestiva un florido mercato di prostituzione soprattutto in Sicilia, inviando le proprie ragazze anche sul Garda trentino . A Riva del Garda, nell’appartamento di Viale Pernici, numerosissimi clienti, rigorosamente italiani, quotidianamente frequentavano le donne, che guadagnavano anche sino a 1.500 euro al giorno, accogliendo perfino 15 – 20 clienti nell’arco delle 24 ore. La clientela era assai eterogenea non solo per età, variabile tra i 18 e i 70 anni, ma anche per classe sociale ed economica. Ogni cliente era denominato “Freier”, che in Rumeno significa letteralmente “stolto, stupido”. Pur di guadagnare e di non deludere le aspettative dei protettori rumeni, le ragazze venivano obbligate – sotto costante minaccia – ad accettare qualsiasi tipo di prestazione, il più delle volte senza alcuna protezione . Il sodalizio criminale, che costringeva circa una decina di ragazze alla prostituzione, era ben organizzato: ogni mese le donne venivano spostate da una località all’altra in Italia e in Europa, così da invogliare i clienti alla “novità”. Nelle perquisizioni operate dai carabinieri del Nucleo Operativo di Riva del Garda nelle abitazioni di Riva, di Palermo e di Conegliano Veneto, innumerevoli sono state le ricevute di money-tranfert attestanti i diversi importi di danaro spediti in Romania ai protettori, con cadenza settimanale e tutti oltre i 1000 euro.
Le intercettazioni telefoniche hanno consentito di localizzare gli spostamenti degli uomini – sempre cauti e attenti nelle conversazioni – di tracciare la rete della prostituzione internazionale creata dall’organizzazione rumena e appurare la gestione rodata dell’illecito “affare” assai redditizio. Pagamenti puntuali di affitti per gli appartamenti da utilizzare per il meretricio, prenotazioni anticipate di aerei e di treni, iscrizioni sui principali siti di annunci pornografici on-line, erano le principale attività pianificate con cura dai tre uomini per le rispettive proprie donne . Raramente essi si spostavano con al seguito le prostitute, onde evitare di destare sospetti: infatti i militari del Nucleo Operativo hanno verificato che, addirittura, quando i protettori giungevano a Riva del Garda, evitavano tassativamente di orbitare nei pressi di Via Pernici e obbligavano le giovani a raggiungerli a bordo di taxi anche per brevi tratti urbani, per ridurre al minimo i contatti in luoghi aperti e quindi “visibili ai più”. Inoltre, per il timore d’essere intercettati e d’essere scoperti nella loro attività illecita, gli uomini concludevano sempre le telefonate o i numerosi sms con le ragazze sfruttate con frasi affettuose e amorevoli, pur se i precedenti messaggi di testo o le precedenti conversazioni telefoniche fossero state minacciose, violente e furiose . A tal proposito, gli uomini all’atto dell’arresto hanno rivelato che tale tecnica veniva attuata al solo scopo di far credere - a chi intercettasse - che si trattava di telefonate tra fidanzati . Il PM, dott. Fabrizio De Angelis, ha coordinato l’indagine, richiedendo e ottenendo a carico degli sfruttatori tre ordinanze di custodia cautelare, due delle quali già eseguite con la restrizione nei carceri di Spini di Gardolo per NICOLAE e di Catania per IFRIM. Il terzo uomo, su cui pende un ordine di cattura internazionale, è tuttora latitante e ricercato all’estero.

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