giovedì 26 gennaio 2012

Simula il sequestro di persona e viene denunciato


RIVA DEL GARDA - I carabinieri della compagnia di Riva del Garda, a seguito di un’indagine lampo, hanno deferito alla Procura di rovereto, un giovane meridionale , per il reato di simulazione di reato. Il giovane ventenne, alloggiato a Dro’ presso parenti, nella giornata del 24 gennaio si era presentato negli uffici del Nucleo Operativo di Riva denunciando che nella mattinata tre sconosciuti, probabilmente albanesi, a Trento , lo
avrebbero sequestrato per alcune ore, derubandolo di danaro e cellulare e pestato senza un movente chiaro.
Il giovane raccontava di essersi recato in citta’ per il suo primo giorno di lavoro e, una volta giunto al terminale bus, di essere stato caricato  a forza su un’auto, portato in una non meglio definita localita’ lungo le sponde dell’adige ed ssere stato rapinato del cellulare dopo essere stato anche picchiato.
Le versioni rese ai militari pero’ non erano convincenti: taluni orari non corrispondevano, talune testimonianze sul conto del giovane erano in contrasto col racconto. il quadro incerto ha spinto i carabinieri del Nucleo Operativo ad interrogare piu’ volte il ragazzo e di mettere in luce la verita’: non esisteva un primo giorno di lavoro, non esisteva il sequestro di persona ne’ la rapina e non esistevano gli ignoti aggressori albanesi. le lesioni il giovane se l’era autoinferte, cosi’ come aveva distrutto i propri occhiali da vista, strappato il proprio giubbotto e gettato nel fiume il cellulare.
A questo punto spontaneo sorge il dubbio sul perche’ il giovane avesse inscenato una situazione del genere: soldi avuti in prestito e non restituiti perche’ magari giocati alle slot machines? Problemi di droga, di donne o di qualunque genere? Nulla di tutto cio’! La verita’ ha invece dell’incredibile: il giovane aveva messo in atto tutta questa bella messa in scena per un unico motivo: convincere la propria fidanzata che trento non e’ una citta’ sicura e che quindi sarebbe stato  meglio tornare nel luogo d’origine (in campania), cosa che invece la fidanzata non voleva fare perche’ proprio qui in trentino sin da subito si era trovata bene. Ora, oltre al danno che si e’ autoinferto lanciando il telefono nel fiume e essersi rotto gli occhiali, la beffa di dover rispondere anche di simulazione di reato.