RIVA
DEL GARDA - I carabinieri della compagnia di Riva del Garda, a
seguito di un’indagine lampo, hanno deferito alla Procura di
rovereto, un giovane meridionale , per il reato di simulazione di
reato. Il giovane ventenne, alloggiato a Dro’ presso parenti, nella
giornata del 24 gennaio si era presentato negli uffici del Nucleo
Operativo di Riva denunciando che nella mattinata tre sconosciuti,
probabilmente albanesi, a Trento , lo
avrebbero sequestrato per
alcune ore, derubandolo di danaro e cellulare e pestato senza un
movente chiaro.
Il
giovane raccontava di essersi recato in citta’ per il suo primo
giorno di lavoro e, una volta giunto al terminale bus, di essere
stato caricato a forza su un’auto, portato in una non meglio
definita localita’ lungo le sponde dell’adige ed ssere stato
rapinato del cellulare dopo essere stato anche picchiato.
Le
versioni rese ai militari pero’ non erano convincenti: taluni orari
non corrispondevano, talune testimonianze sul conto del giovane erano
in contrasto col racconto. il quadro incerto ha spinto i carabinieri
del Nucleo Operativo ad interrogare piu’ volte il ragazzo e di
mettere in luce la verita’: non esisteva un primo giorno di lavoro,
non esisteva il sequestro di persona ne’ la rapina e non esistevano
gli ignoti aggressori albanesi. le lesioni il giovane se l’era
autoinferte, cosi’ come aveva distrutto i propri occhiali da vista,
strappato il proprio giubbotto e gettato nel fiume il cellulare.
A
questo punto spontaneo sorge il dubbio sul perche’ il giovane
avesse inscenato una situazione del genere: soldi avuti in prestito e
non restituiti perche’ magari giocati alle slot machines? Problemi
di droga, di donne o di qualunque genere? Nulla di tutto cio’! La
verita’ ha invece dell’incredibile: il giovane aveva messo in
atto tutta questa bella messa in scena per un unico motivo:
convincere la propria fidanzata che trento non e’ una citta’
sicura e che quindi sarebbe stato meglio tornare nel luogo
d’origine (in campania), cosa che invece la fidanzata non voleva
fare perche’ proprio qui in trentino sin da subito si era trovata
bene. Ora, oltre al danno che si e’ autoinferto lanciando il
telefono nel fiume e essersi rotto gli occhiali, la beffa di dover
rispondere anche di simulazione di reato.
