sabato 7 gennaio 2012

ARRESTATI TRE LADRI DI TOMBINI



Uno dei tombini privi dell'inferriata 

ALTO GARDA - Nel primo pomeriggio di oggi i militari del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Riva del Garda hanno tratto in arresto - per il reato di furto aggravato in flagranza - due giovani fratelli di etnia sinti di 23 e 24 anni, residenti a Trento nullafacenti e pregiudicati per precedenti specifici e hanno denunciato a piede libero per il concorso nello stesso reato, alla procura dei minori di Trento, anche il piu’ giovane dei fratelli, un sedicenne. I tre, osservati da una coppia di cittadini che si trovavano a transitare sulla strada provinciale84 di drena e che hanno immediatamente dato l’allarme al numero di emergenza 112, avevano asportato quattro pesanti grate di ghisa dal bordo stradale, caricandole furtivamente sul cassone del loro furgone. Prontamente intercettati dalle pattuglie in servizio di perlustrazione, del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Riva del Garda, i tre sono stati fermati, perquisiti e trovati in possesso (a bordo del furgone), anche di alcuni tombini di ghisa, di cui al momento si sconosce l’appartenenza. Il tempestivo intervento del NORM di Riva del Garda - coordinato dal tenente Andrea Oxilia - ha consentito peraltro di mettere immediatamente in sicurezza le quattro voragini (dimensioni 1 mt x 1 mt) causate dal asportazione delle grate di scolo sul ciglio stradale. Le inferriate trafugate sono state riconsegnate ai responsabili della gestione strade , della P.A.T., che le hanno prontamente risistemate lungo la s.p.84 per Drena. arresti convalidati dal sost. procuratore della repubblica di rovereto dott. Fabrizio de Angelis. I due fratelli arrestati sono in attesa del giudizio per direttissima presso il Tribunale di Rovereto, mentre il terzogenito e’ stato affidato ai genitori su disposizione del pubblico ministero della Procura dei Minori dott. Fabio Biasi. Tutti risponderanno del reato di furto aggravato per aver commesso il fatto nel numero di tre persone e su cose esposte alla pubblica fede per pubblica utilita’. Da una prima ricostruzione degli inquirenti: la ghisa (che col rame e’ una lega tra le piu’ trafugate) sarebbe stata rivenduta dai tre giovani a zingari del nord Italia che, fondendola e riducendola in “lingotti”, la avrebbero a loro volta indirizzata al mercato nero dei balcani, per un utilizzo al momento ancora sconosciuto.