sabato 8 novembre 2014

PRESA BANDA DI LADRI GEORGIANI - IN GIOIELLERIA


Quattro mesi di indagini serrate alla “vecchia maniera”, senza intercettazioni ma soltanto con analisi quotidiane degli spostamenti e con pedinamenti tra l’Alto Garda trentino - veronese e Reggio Emilia.
Da qui infatti proveniva per far razzie , nelle gioiellerie della nostra zona , una banda di georgiani specializzata nei furti con destrezza.
Il 5 luglio scorso (da questa data inizia l’investigazione dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Riva del Garda ) i quattro, con una tecnica collaudatissima, riuscivano a rubare  dalla gioielleria New Pharaon , nel centro commerciale Poli Regina di Arco , un collier del valore di € 5.000.00 ….Un uomo e la donna, fingendosi marito e moglie, si avvicinavano al bancone distraendo la commessa, mentre gli altri due con uno strumento non meglio individuato prelevavano da una vetrinetta poco dietro , la prima copia , il bottino, dandosi poi alla fuga . Fatale è stato il colpo di Arco , la commessa si è accorta della manovra e dava l'allarme , al 112 , dopo aver tentato di inseguire i ladri inutilmente . 
Le indagini da quel preciso momento , analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza , delò centro commerciale ,  hanno fatto sì che , fosse identificata la donna nelle immediatezza del reato, senza però poterne stabilire il reale concorso nel furto. L’analisi effettuata poi sui contatti, gli spostamenti, le abitudini di vita della stessa ha consentito al Nucleo Operativo di risalire a tutti e quattro i componenti, raggiungendoli tutti a Reggio Emilia nella mattinata di giovedì 6 novembre scorso e arrestare tutta la banda 
Si tratta di un cinquantenne georgiano pluri-pregiudicato per reati specifici KVEREKHADZE Kakha e del nipote venticinquenne (senza fissa dimora), anch’egli pluri-pregiudicato, KVEREKHADZE Levan, ora agli arresti  domiciliari e in carcere a Reggio Emilia. 
Assieme a loro vengono denunciati  a piede libero la donna, una russa di cinquant’anni (K.E. le iniziali) incensurata, presunta sarta, residente a Reggio e un georgiano trentaduenne (G.P. le iniziali), nullafacente e con un reato prescritto dal Tribunale di Parma, quindi anch’egli di fatto incensurato.
Il quadro è aggravato anche da un altro colpo messo a segno dalla banda - in un periodo di poco precedente - in una gioielleria di Malcesine, ove il bottino fu più fruttuoso (30.000 € in preziosi).
Il dottor De Angelis, coordinatore dell’indagine, ha avanzato le due richieste di custodia cautelare al GIP di Rovereto dott.ssa Aizzo che, nelle ordinanze emesse, ha dato atto “dell’efficace organizzazione della banda che fa emergere con assoluta chiarezza come i quattro complici avessero già programmato i rispettivi ruoli e le posizioni da assumere all’interno del negozio.” 
La spregiudicatezza nel compiere l’illecito, il pericolo di reiterazione del reato e il rischio di recidiva “destinato a manifestarsi non appena le condizioni appaiono propizie” hanno rappresentato le principali esigenze cautelari per mettere  lo zio in carcere e il nipote georgiani agli arresti.
Il capo di imputazione per tutti è d’aver commesso un furto aggravato dalla destrezza, dall’utilizzo di un mezzo fraudolento, in concorso tra loro. 
Nelle perquisizioni operate in Emilia giovedì scorso, i carabinieri del Nucleo Operativo hanno sequestrato il vestiario indossato dagli indagati durante il colpo del 5 luglio ad Arco. Le indagini che seguiranno coinvolgeranno i negozi di compro-oro emiliani per verificare l’eventuale deposito dei monili sottratti in questi mesi dalla banda. 

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